CRANIO SACRALE E MEMORIE FASCIALI
Quando il nostro organismo è impegnato nel mantenimento di una risposta
adattativa a situazioni che richiedono il massiccio impiego di contrazioni
muscolari (tensioni emotive, dolore fisico, “riparazioni tessutali in atto”),
in quella zona coinvolta si crea quella POSTURA ANTALGICA che, come il termine
fa intuire, sarebbe finalizzata ad impedire alla persona di sentire quel dolore
nel breve periodo, nel tentativo da parte dell’organismo di proseguire
indisturbato il lavoro di ripristino dei tessuti coinvolti.
Ma, col perdurare dello stimolo doloroso, al passare del tempo
s’innesca quella condizione che tecnicamente viene chiamata MEMORIA FASCIALE
(memoria neuro-muscolo-connettivale).
Nell’osservazione CRANIO SACRALE, attraverso l’ascolto della fluidità
dei tessuti, siamo in grado di percepire quanto appena descritto come un
insieme di “perturbazioni” e limitazioni di questa fluidità: chiamiamo questa
condizione LESIONE ENERGETICA.
In che modo l’insieme dei tessuti mantiene questo tipo di lesioni? Se
proviamo ad immaginare il complesso del nostro organismo come una sorta di
PLASMA che assume densità maggiori o minori a seconda della concentrazione di
ENERGIA ELETTROMAGNETICA, possiamo intenderlo come un FLUIDO in cui le cellule
galleggiano.
Nel tentativo di evitare il fastidio percepito, il nostro corpo si
“arrotola” su se stesso mantenendo atteggiamenti difensivi, posture antalgiche,
che possiamo quindi considerare come ADDENSAMENTO dell’energia in quelle aree
coinvolte dal problema.
Attraverso l’utilizzo RAFFINATO dei nostri sensi siamo in grado di
sentire, oltre che percepire queste limitazioni del fluire in quelle aree
precise e definite.
Cosa s’intende per uso raffinato dei nostri sensi? Noi siamo abituati a
considerare tali sensi in modo esclusivamente fisico; in realtà è un’idea limitante.
Concetti quali “visione intuitiva”, preveggenza, e simili, sono
espressione della nostra capacità di percepire la realtà su DIMENSIONI
DIFFERENTI, che non considerano solo il mondo fisico.
Ognuno, in qualche occasione nella sua vita, può riconoscere di aver
avuto una percezione, di aver sentito una voce, di aver avuto un’intuizione di
qualcosa che stava per accadere, aldilà dello “standard” chiamato realtà.
Allo stesso modo il nostro SENSO DEL TATTO può essere ampliato,
amplificato fino a percepire sensazioni più sottili: questo ci permette di
essere in grado di percepire questi campi elettromagnetici.
Nella nostra società civilizzata è difficile andare oltre lo “spettro
del visibile”: attraverso l’educazione la nostra mente viene condizionata a
farci credere solo a ciò che è “vero” o meglio identificabile in un linguaggio
comune riconosciuto.
La capacità di percepire i campi elettromagnetici ci è data nel momento
che usciamo dal limite comune del senso del tatto allargando i nostri orizzonti
al sentire le differenze di densità, percependole, tra i vari tessuti presi in
esame: per poter fare questo è indispensabile, oltre alla sensibilità
raffinata, un’adeguata conoscenza anatomica e fisiologica.
Sapete qual è la condizione essenziale per questo tipo di approccio al
Cranio Sacrale? L’INATTIVITA’!
La capacità di entrare in ascolto totale, lasciando che le cose
avvengano, vuol dire essere continuamente all’ascolto di micro-variazioni
elettromagnetiche e, ad ogni variazione, continuare a mantenere questo contatto
totale, oltre che con le mani sull’area trattata, con un atteggiamento mentale
di PASSIVITA’ VIGILE che si può riassumere così: fare da testimone di ciò che
sta accadendo, con la massima attenzione, senza “inquinare la scena del
crimine”, rimanendo al proprio posto permettendo all’organismo di fare la sua
mossa nel modo e tempo necessario.
Questa condizione permette alla persona di liberare quelle tensioni
emotive non elaborate, della quale la postura antalgica/memoria fasciale è il
risultato espressivo impresso nel corpo, favorendo una nuova circolazione di
energia determinante un cambiamento percettivo su più livelli (emotivo,
mentale, fisico) favorente il rilascio delle memorie fasciali, uscendo dal
circolo vizioso, aprendosi al circolo virtuoso della vita.
Luca Bartolini
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